Tu sei qui: Storia e StorieAddio a Stefano D'Orazio, lunedì i funerali dello storico batterista dei Pooh
Inserito da (Admin), domenica 8 novembre 2020 10:02:54
È morto la sera del 6 novembre 2020, Stefano D'Orazio storica voce e batterista del gruppo dei Pooh, aveva 72 anni.
Dopo una settimana di ricovero al Policlinico Gemelli ha perso la sua battaglia contro il Covid-19 che lo aveva colpito.
La commozione dei fan, il dolore della famiglia, dei suoi compagni che si sono chiusi nel più intimo dolore per la morte del loro caro amico.
Un'intera nazione piange la morte di un uomo che tanto ha dato alla musica italiana, messaggi di cordoglio da ogni angolo del Paese.
Suoi i testi di tantissimi brani portati al successo dal gruppo italiano tra cui vogliamo ricordare "Pronto buongiorno è la sveglia" (impossibile leggere il titolo senza cantarlo, ndr) nel 1977, "Buona Fortuna" e "Lascia che sia" nel 1981, "Anni senza fiato" nel 1982, "50 primavere" nel 1989 e nel 1994 scrive ed interpreta "A cent'anni non si sbaglia più".
Nel 1996 per l'album "Amici per sempre", che festeggiava i primi 30 anni del gruppo, Stefano propose, con musica di Roby, un testo dal titolo Chissà se c'è un prato là dove sei adesso, dedicato alla memoria di suo padre, da poco scomparso, e che ovviamente avrebbe dovuto interpretare. I Pooh, che non hanno mai trattato il tema della morte, preferiscono stravolgere completamente il testo che diventò "Innamorati sempre, innamorati mai".
I funerali non sono ancora stati annunciati, si sta studiando la possibilità di tenere una cerimonia all'aperto domani, lunedì 9 novembre, nella capitale, nel rispetto delle norme anti-covid, per consentire a tutti di dargli l'ultimo saluto.
«Per me questo è il momento del silenzio, voglio solo essere vicino con il mio pensiero alla moglie Tiziana, alla sorella Paola e a Silvia», ha dichiarato all'ANSA Roby Facchinetti.
«Ho perso una parte di me stessa, Stefano era la mia forza, il mio sorriso, mi mancherà tutto di lui», sono le parole della moglie Tiziana Giardoni.
Stefano D'Orazio lo ricordiamo con un suo monologo registrato più di 25 anni fa durante un concerto in teatro in cui racconta la sua storia, dall'infanzia fino a quando è entrato nei Pooh.
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