Tu sei qui: Storia e StorieLa luminaria di San Domenico a Praiano, storia e tradizioni /VIDEO
Inserito da (Maria Abate), mercoledì 11 agosto 2021 13:32:38
La presenza dei domenicani nel Convento di Santa Maria a Castro, lungo il Sentiero degli Dei, risale al 1599: essi accoglievano i pellegrini nel santuario, dedicato alla Madonna delle Grazie. I padri domenicani hanno portato con sé le loro consuetudini e le loro tradizioni: la festa del loro patrono, San Domenico, e la luminaria.
«Fascine e sterpaglie venivano accese nei giorni prima della festa perché la mamma di San Domenico, Giovanna, prima che nascesse il figlio sognò che un cane con la fiaccola in bocca incendiava il mondo: metafora di San Domenico che con la sua parola ha incendiato il mondo. Ecco da dove inizia la luminaria», ha spiegato Don Pio Bozza a Positano Notizie.
I padri domenicani sono andati via alla fine del ‘700 ma la tradizione continua; anticamente avveniva in modo spontaneo: ognuno accendeva i lumini sui davanzali o sui balconi. Adesso, con l'intervento dell'Amministrazione, si svolge in modo organizzato e solenne con migliaia e migliaia di lumini distribuiti dal volontariato dei ragazzi di San Domenico, che li accendono e i spengono.
«Un'altra tradizione - spiega Don Pio - mentre si sale al convento nel giorno di San Domenico è che ogni fedele raccoglie un ramoscello di mirto, possibilmente fiorito, lo lascia nell'edicola di San Giuseppe e poi si recupera al ritorno per portarlo a casa come segno di benedizione».
Durante la celebrazione dello scorso 4 agosto 2021, tenuta dall'Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli, c'è stata la vestizione di Alessandro Neves, l'eremita di Praiano che vive al Convento, con l'abito monacale. Inizia con questo evento il suo percorso noviziale che durerà 3 anni. In contemporanea, c'è stata per il seminarista Daniele Civale il momento della "declaratio", ossia del giuramento di voler aderire alla fede e di procedere alla richiesta del diaconato senza costrizioni.
«Spero che questi due eventi non comuni siano seme per altri consacrati nella nostra Diocesi», ha detto Don Nicola Avitabile.
Un messaggio sul significato della luminaria è giunto anche dall'arcivescovo Soricelli: «Questa festa di luce parte dal concetto biblico che Cristo è la luce del mondo e così noi accogliamo la sua luce e la emaniamo nel mondo».
«Quest'anno non ci sono i fuochi, non ci sono gli artisti, ma la luminaria è tornata nella sua versione più intima. Le luci sono un simbolo di speranza per il futuro e noi ci auguriamo che possano spingere il paese fuori dalla crisi sanitaria, in primis dando conforto a tutti», ha chiosato il Sindaco Giovanni Di Martino ai nostri microfoni.
(Video: Leopoldo De Luise)
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