Tu sei qui: Storia e Storie"La macchina ammazzacattivi" di Rossellini: tra gli attori del posto anche Domenico Fusco di Praiano
Inserito da (Admin), domenica 12 marzo 2023 16:04:38
Sigismondo Nastri ha ricordato oggi dalle pagine de Il Vescovado i 75 anni (76 il prossimo 14 maggio, ndr) dall'uscita del film di Roberto Rossellini "La Macchina Ammazzacattivi".
La memoria storica della Costiera Amalfitana ha ricordato alcuni tra gli attori "locali", originari di Maiori, che all'epoca diedero vita a questo capolavoro del cinema italiano.
Da un post del compianto Giovanni Scala, grande fotografo e, al pari di Sigismondo, memoria fotografica del nostro territorio, ricordiamo da Praiano Domenico Fusco (conosciuto all'epoca come RUMMINICO R'ORO) che, oltre ad aver recitato in diversi film di Rossellini, fu protagonista nel film Notte di Tempesta di Gianni Franciolini.
Nato da un soggetto di Eduardo De Filippo il film fu girato nel 1948, tra difficoltà e interruzioni, uscito infine nelle sale quattro anni dopo (1952) rappresenta il tentativo di Rossellini di avvicinarsi alla commedia dell'arte, mettendo insieme elementi fantastici, surreali, tragici, grotteschi, seri e faceti.
La trama ha tutto il sapore della favola. Ecco come la riassume Cooming soon: «Celestino, modesto fotografo di paese, è un uomo semplice, amante della giustizia e molto devoto a S. Andrea. Una sera di festa, un vecchio viandante, nel quale egli riconosce il suo Santo, gli chiede alloggio e gli insegna un metodo infallibile per sopprimere, per mezzo del suo primitivo apparecchio fotografico, tutti i cattivi e i disonesti, ripulendo il paese. Basterà che egli fotografi per la seconda volta una persona già fotografata, ritraendola dalla prima fotografia: la persona così designata morrà. Una vecchia avara ha lasciato una cospicua somma da dividersi tra i tre più poveri del paese: quest'atto generoso desta le cupidigie di molte persone, che si danno da fare per impedire che si adempiano le clausole del testamento. Interviene Celestino, il quale fa giustizia, inviando i malvagi al cimitero. Il testamento è rispettato, i poveri vengono beneficati; ma Celestino scopre che anche i poveri sono disonesti e manda al cimitero anche quelli. A questo punto riappare il viandante, che non è S. Andrea, ma un diavolo, il quale fa presente a Celestino che non si può ottenere il bene facendo il male. Celestino si riscuote: è stato solo uno strano sogno. Le sue presunte vittime sono tutte vive e vegete.» E anche felici, proprio come avviene a conclusione di ogni fiaba.
(Fotogrammi, Roma, 13 luglio 1948 - immagine archivio in penombra)
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