Tu sei qui: Storia e StorieLe Sirenuse o Li Galli: la storia degli isolotti di Positano
Inserito da (Maria Abate), mercoledì 30 ottobre 2019 10:10:43
In "Ulisse e le sirene di Positano" Antonio Parlato mescola storia, letteratura e leggenda per tracciare un profilo degli isolotti de "Li Galli", il cui primo nome fu "Le Sirenuse". Ne riportiamo qui un brano assai interessante.
La più importante delle testimonianze storico-letterarie sulla localizzazione delle isole delle Sirene ci è giunta dal geografo greco Strabone che visse nel I secolo a. C. e che afferma:
(...) a chi supera il promontorio si presentano alcune isolette deserte e rocciose che si chiamano Sirene. (...)
Sirene o Sirenuse dunque fu il loro primo nome, e non Li Galli.
Dal solo nome delle isolette al presupposto della presenza su di loro delle Sirene non sono possibili errori. Ed il rischio che presentano è confermato dalle ricerche subacquee ed esplicitamente affermato non solo dai versi di Omero ma anche di Virgilio che nell'Eneide fa riferimento proprio all'avvicinarsi della nave "agli scogli delle Sirene, un tempo rischiosi e biancheggianti per le molte ossa".
[...]
Cominciamo col dire che il piccolo arcipelago è costituito da tre isolotti, il Gallo Lungo, la Rotonda e Castelluccio (chiamato anche isola dei Briganti o di San Pietro o di Sant'Antonio), il primo dei quali è decisamente il più grande e più "civilizzato" nelle varie epoche: il perimetro del Gallo Lungo è infatti di 1.200 metri, una estensione di 55.000 mq e si alza sul mare per 54 metri.
Li Galli - come anche sono chiamate Le Sirenuse rifacendosi alle immagini delle Sirene in forma di uccello - si ergono di poco sul livello del mare e vedono al centro delle tre isolette un basso fondale visibile ad occhio nudo tanto da non far escludere tassativamente che un tempo si trattasse di una sola isola come qualcuno afferma, mentre le curve batimetriche si alzano gradatamente dai 34 metri di profondità in vicinanza della costa a 57, sempre dal lato costiero, per poi scendere improvvisamente, dopo le isolette, dal lato del Gallo Lungo a 274 e più a Nord a 520, per poi scendere ancora più in basso.
Quello che però è davvero singolare se non "magico" è il mutevole profilo dell'Arcipelago: a seconda da quale punto cardinale lo si osservi, è cangiante il loro profilo con le tre isolette che sembrano una sola, due o tre. Tre appunto proprio come i corpi pietrificati delle tre Sirene.
Qualche decennio indietro sono stati casualmente rinvenuti nelle acque delle Sirenuse numerosissime marre di piombo, che testimoniano (con le anfore rinvenute ancora colme di vino, olio, garum - la salsa di pesce prodotta su larga scala mille anni ancora dopo il racconto di Omero a Pompei e tuttora presente a Cetara -, frutta, olive e ceramiche provenienti da vari porti del Mediterraneo) il rilievo dell'incrocio con le Sirenuse nelle rotte cabotiere della antichità ma anche di tantissimi naufragi avvenuti. Del resto rilevando le diverse forme delle anfore rinvenute nei pressi delle Sirenuse e le particolari merci che contenevano, si può ricavare una mappa delle rotte di provenienza e di destinazione a vari mercati e porti del Mediterraneo, a dimostrazione di quanto fosse rilevante il traffico marittimo in quel golfo di Salerno dove sorgono le Sirenuse e darsi ragione di quei naufragi accaduti a ridosso delle isole, pericolose anche per questo loro improvviso ergersi dal mare non sempre tranquillo.
(Foto: Fabio Fusco)
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