Tu sei qui: Storia e Storie“Mamma, tu in che pancia sei nata?”: venerdì 11 Sara Anceschi presenta il suo libro a Positano
Inserito da (Maria Abate), mercoledì 9 ottobre 2019 12:46:18
Presenterà il suo libro all'Asilo Luigi Rossi di Positano, la scrittrice e insegnante Sara Anceschi. L'appuntamento è per venerdì 11 ottobre, alle 14:30, nel salone dell'asilo, per un incontro aperto a tutti.
Il libro di Sara, "Mamma, tu in che pancia sei nata?" (Edizioni ETS) è la sua storia, la sua autobiografia. Sara, che insegna alla Scuola Primaria "Rodari" di Trofarello (To), racconta di sé, di cosa pensa, e al tempo stesso ci porta nei suoi pensieri sul passato, sulla sua storia adottiva (così presente a lei ogni giorno e soprattutto nel suo diventare madre), nelle sue riflessioni su una madre di origine non ricordata ma immaginata, nel suo dialogo con i suoi genitori, la sua mamma e il suo papà, eterni interlocutori nel sorriso e nel dolore.
Non ha mai abbandonato la passione per il tema adottivo e l'ha portata con sé nel suo lavoro, nelle sue lezioni con i suoi piccoli alunni, considerando la sua storia personale una risorsa. Ritiene sia un'importante lezione di vita per i bambini, perché in futuro possano diventare adulti consapevoli, responsabili, sensibili e attenti nel cogliere le differenze e a valorizzarle. Innamorata della sua famiglia, la ritiene il suo più grande successo e la cosa a cui tiene di più al mondo e a Loro, dedica questo libro.
«Ho deciso di scrivere questo libro - ha detto l'autrice a Silvio Popoli - per raccontare l'adozione attraverso gli occhi di chi l'ha vissuta in prima persona, una figlia. La letteratura sull'adozione è molto variegata e ben assortita. Ci sono manuali scritti da esperti psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, giuristi, molti diari scritti da genitori adottivi. Meno presenti, invece, i protagonisti principali dell'adozione: chi è stato adottato. Noi, adottati negli anni Ottanta, siamo cresciuti e diventati adulti. La nostra voce è la testimonianza di chi ha vissuto l'adozione sulla propria pelle, una risorsa, a mio parere importante, per i genitori e per coloro che si avvicinano all'adozione. Ho scelto di raccontare la mia vita a partire dalla mia esperienza di maternità per andare poi a ritroso nel tempo e ho voluto farlo senza che psicologi o altri professionisti esprimessero alcun giudizio sulla mia storia. Il mio obiettivo è "rendere l'adozione una delle eventualità della vita" e non etichettarla necessariamente come problematica. Certo, ci sono situazioni in cui l'adozione ha innescato dinamiche complesse, ma non sempre le cose vanno in questo modo. Per me l'adozione è stata l'esperienza che mi ha permesso di diventare la figlia dei miei genitori, mamma Anna e papà Giancarlo. È stata il mezzo che ci ha permesso di diventare una famiglia, l'opportunità più importante che mi è stata data, ma non è ciò che ci definisce».
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