Tu sei qui: Storia e StorieQuando giornalismo fa rima con terrorismo
Inserito da (admin), giovedì 16 maggio 2019 08:18:00
Ci sono tanti modi per esercitare l'attività di giornalista. In molti scrivono, altri copiano, qualcuno inventa e poi ci sono i più pericolosi, quelli che fanno tutto e male: scrivono, copiano e inventano con approssimazione e pressappochismo, in base a quello che ritengono più utile per la loro attività estorsiva.
Teniamo a precisare, prima che qualcuno si senta attaccato, che non c'è alcun riferimento a giornalisti o giornali della Costa d'Amalfi.
Infatti ci riferiamo alle attività estorsive messe in atto come consuetudine del tipo "ti pubblico questa notizia se mi dai 150 euro al mese per un anno" o, come in altri casi avviene, "ti vengo a fotografare l'auto in divieto di sosta se sponsorizzi un giornale diverso dal nostro", per non parlare poi delle minacce velate a "persone eccellenti", tipiche di quei luoghi in cui vige il malaffare e la corruzione.
Vogliamo invece parlare dei commenti anonimi che alcune piattaforme consentono in totale assenza di moderazione, in nome di una presunta libertà di espressione? Certo che no, guai a parlare delle attività fuorilegge altrui. Allora parliamo dei video "minaccia" dove, senza cognizione di causa, si accusano gli altri dei reati che quotidianamente si commettono? Mai, non ci appassionano queste vigliaccate tipiche di chi negli anni ha seminato odio per perseguire un unico obiettivo, quello di monetizzare sfruttando una paradossale situazione di monopolio dell'informazione.
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Il terrorismo va combattuto in ogni sua forma e un territorio come Positano e in generale la Costiera Amalfitana non può e non deve essere vittima di sciacalli 2.0.
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