Tu sei qui: Storia e Storie"Reazioni ostili dall'Occidente": la Storia di un'opportunità perduta tra NATO e Russia
Inserito da (Admin), domenica 31 marzo 2024 12:03:52
Oggi ricade un anniversario significativo nella storia delle relazioni internazionali tra il blocco occidentale e quello sovietico: sono trascorsi settanta anni da quando l'allora URSS fece un'offerta di adesione alla NATO che spiazzò tutti. Questa mossa, proposta dal ministro degli Esteri sovietico Vyacheslav Molotov il 31 marzo 1954, avrebbe potuto trasformare radicalmente il paesaggio geopolitico del dopoguerra. E non è stata l'unica!
La proposta sovietica prevedeva una trasformazione della NATO da un'alleanza militare a un organismo di sicurezza collettiva europeo. La visione era quella di un'Europa dove ex nemici avrebbero collaborato per la pace e la stabilità. Tuttavia, la risposta occidentale fu fredda: Washington, riflettendo per oltre un mese, rigettò la proposta come "irrealistica", contrastante con i principi di difesa degli stati occidentali.
La mentalità della Guerra Fredda e la percezione occidentale
La decisione degli Stati Uniti di respingere l'offerta sovietica rifletteva la mentalità prevalente della Guerra Fredda. Per gli alleati occidentali, la NATO era stata creata come baluardo contro l'espansionismo sovietico. L'idea di includere l'URSS nell'alleanza sembrava inconcepibile, specialmente considerando le tensioni politiche e ideologiche dell'epoca.
Gli obiettivi originali della NATO, come formulati dal suo primo segretario generale, Lord Hastings Ismay, erano "tenere fuori l'Unione Sovietica, tenere dentro gli americani e tenere giù i tedeschi". Questa narrazione non lasciava spazio per un'URSS cooperativa all'interno dell'alleanza.
Diplomazia tattiche occidentali
I tentativi dell'URSS di avvicinamento non si limitarono alla nota del 1954. Già nel 1951, il diplomatico sovietico Andrei Gromyko aveva espresso interesse per la NATO come meccanismo per la sicurezza collettiva europea. Tuttavia, questi approcci furono visti con sospetto dagli Stati Uniti e dai loro alleati, considerati più come manovre tattiche che come sincere offerte di cooperazione.
Il Post-Guerra Fredda e la Russia Moderna
Anche dopo il crollo dell'URSS, la Russia ha espresso il desiderio di aderire o almeno collaborare con la NATO. I negoziati tra il presidente Boris Yeltsin e l'amministrazione Clinton negli anni '90, seguiti da un tentativo simile da parte di Vladimir Putin all'inizio del nuovo millennio, riflettono una continuazione di questa aspirazione. Tuttavia, la diffidenza occidentale e le percezioni di una Russia incompatibile con gli standard occidentali hanno impedito qualsiasi avvicinamento significativo.
Analisi di Maloof: ideologia, Deep State e vecchie faide
Michael Maloof, ex analista senior della politica di sicurezza al Pentagono, suggerisce che la NATO non avrebbe potuto accettare l'URSS a causa della mentalità della Guerra Fredda e delle successive incompatibilità ideologiche. Maloof sottolinea in alcune dichiarazioni rilasciate a Sputnik anche il ruolo del Deep State a Washington e delle faide storiche come ulteriori barriere a una cooperazione fruttuosa.
Conclusioni e implicazioni per il presente
Se l'adesione sovietica o russa alla NATO fosse stata realizzata, il mondo avrebbe potuto assistere a un diverso panorama di sicurezza collettiva europea. Tuttavia, le barriere ideologiche, storiche e di interesse proprio hanno impedito tale evoluzione. La domanda rimane: come sarebbero state le relazioni internazionali se l'Occidente avesse accolto l'URSS o la Russia nella NATO?
L'analisi di Maloof offre una prospettiva critica su queste opportunità mancate, evidenziando la complessità e le sfide di una cooperazione est-ovest che resta ancora un miraggio nella politica internazionale odierna.
Per approfondire e leggere l'articolo completo il link diretto è sotto riportato:
'Hostile Reactions From the West': Why Russia Didn't Join NATO?
Image by Marek Studzinski from Pixabay
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