Tu sei qui: Storia e StorieVajont, 9 ottobre 1963: 60 anni fa la tragedia annunciata
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 8 ottobre 2023 15:46:29
Una tragedia annunciata, dove le mani dell'uomo, devastano la natura senza adoperarsi per salvare famiglie e interi paesi spazzati via dalla frana.
Il dolo di chi effettuando i lavori aveva dati a disposizione per comprendere come quel terreno soggetto ai lavori fosse fragile e a rischio idrogeologico.
Una colpa ancor più grave perché portò queste persone ad omettere informazioni che avrebbero potuto evitare una strage.
Fu il lavoro d'inchiesta della giornalista del quotidiano L'Unità, Tina Merlin, a far saltar fuori questi gravissimi elementi a carico dei responsabili di questa tragedia: incuria, corruzione e frode, proprio ai danni della popolazione locale, esposta - come detto - in maniera criminale ed irresponsabile ad un rischio tutt'altro che imprevedibile.
La giornalista lo definì "un olocausto".
Autrice del libro che racchiude quanto aveva detto per anni dalle colonne del giornale:
"Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe: il caso Vajont".
Era il 9 ottobre 1963, quando alle ore 22:39, una frana gigantesca (oltre 270 milioni di metri cubi di roccia) si stacca dal monte Toc e precipita nel sottostante invaso del Vajont: si sollevano tre enormi onde, di cui una, precipitando verso Longarone, devasta ogni cosa e provoca 1.910 vittime.
A 60 anni del disastro, lo speciale 'Vajont, 9 Ottobre 1963 - la Montagna, la Diga, gli Uomini' che Focus (la rete tematica Mediaset dedicata alla divulgazione) propone lunedì 9 ottobre, in prima serata, indaga sulla tragedia esplorandone i fatti, le cause, l'impatto, gli errori, il dolore, lo scandalo, le ferite nel territorio e nei superstiti, la diga ieri e oggi.
Il programma, a cura del divulgatore scientifico Luigi Bignami, con la regia di Gianluca Gulluni e Manuele Mandolesi, cerca sul territorio le cause del disastro: e, per la prima volta, mostra in tv l'interno della diga e delle gallerie di servizio che servivano alla manutenzione e al controllo dell'invaso. I media, all'epoca, definiscono l'evento un 'incidente', una catastrofe naturale, crudele ma imprevedibile.
Nello speciale, tracciato con foto dell'epoca, immagini d'archivio e riprese delle stesse zone oggi, propone le voci di alcuni testimoni diretti della tragedia; un ricordo dell'accaduto di Mauro Corona, gli interventi di ingegneri e geologi (Piero Gianolla, Università di Ferrara; Giovanni Crosta, Università Milano Bicocca; Emiliano Oddone, Dolomiti Project), e visite, fra i luoghi, al Cimitero Monumentale delle Vittime del Vajont, dove riposano 1.464 vittime (le salme mancanti non sono mai state rinvenute).
Al Politecnico di Milano, attraverso software e modelli di calcolo si è ricostruito quanto accaduto quella notte nel Vajont:
"Il nostro obiettivo è cercare di capire cosa sia successo veramente anche perché ci sono ancora dei punti oscuri - dice il professor Massimiliano Cremonesi del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale - ma ci interessa anche cercare di proporre una soluzione, un metodo e un approccio da utilizzare anche in situazioni analoghe con scopo predittivo, per evitare che tragedie come questa succedano nuovamente".
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