Tu sei qui: Territorio e AmbienteMaiori, Comitato referendario: "Mancata indizione dei referendum deriva da un atto illegittimo del Comune"
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 5 settembre 2025 12:55:25
Di seguito il comunicato stampa integrale Comitato Promotore dei Referendum Comunali di Maiori che replica alle dichiarazioni del Sindaco sul rigetto del ricorso da parte del Tribunale.
IL VERO E IL FALSO I FATTI E LE CHIACCHIERE
Il Tribunale ha dichiarato la delibera 37 del 26.09.2024 "affetta dal "vizio di incompetenza", in quanto adottata dal Consiglio Comunale, privo di competenza per valutare l'ammissibilità del referendum, funzione attribuita dallo Statuto a una Commissione mai istituita.
Il Comune di Maiori ha dunque violato l'iter previsto dal proprio Statuto, da lui stesso dichiarato vigente.
Il provvedimento del Tribunale, quindi, conferma le tesi del Comitato sull'illegittimità della delibera consiliare e sulla necessità di nomina della Commissione, come più volte sostenuto in varie sedi.
LA VERITÀ VINCE CONTRO LE MISTIFICAZIONI.
Il Tribunale ha chiarito che il Sindaco avrebbe dovuto convocare la Commissione prevista dallo Statuto, invece di chiedere al Consiglio una delibera che non era di sua competenza. La richiesta cautelare del Comitato è stata respinta solo perché nel frattempo sono scaduti i termini per indire il referendum. Ma i termini sono scaduti proprio perché, nel 2024, il Sindaco non ha convocato la Commissione e ha fatto approvare una delibera dal Consiglio, ritenuta illegittima dal Tribunale.
Pertanto, i termini sono scaduti per responsabilità esclusiva del Sindaco perché, come riconosciuto dal Tribunale, ha omesso gli atti dovuti del suo Ufficio, adottando un atto consiliare dichiarato ILLEGITTIMO in sede giudiziale, di fatto impedendo lo svolgimento del referendum.
Il procedimento per la convocazione dei referendum è stato compromesso esclusivamente per responsabilità del Sindaco.
Il Consiglio Comunale è corresponsabile di una delibera ILLEGITTIMA. Avrebbe dovuto invitare e sollecitare il Sindaco a nominare la Commissione, NON ALTRO, ed invece ha impedito lo svolgimento del procedimento.
Dopo la delibera del Consiglio, il Comitato ha dovuto rivolgersi alla Giustizia per difendere gli strumenti di partecipazione popolare e il diritto di voto dei cittadini.
Pertanto, i costi per le spese legali, sostenute dal Comune, sono conseguenza della omissione del Sindaco e della delibera ILLEGITTIMA emessa dal Consiglio comunale, e non certo per la diligente azione portata avanti dal Comitato a difesa dei diritti dei cittadini.
In più il Sindaco offende i 78 sottoscrittori accusandoli di speculazione elettorale, arrogandosi anche il diritto di decidere chi può e chi non può esercitare i diritti civili, partecipando legittimamente ai procedimenti amministrativi od alla prossima competizione elettorale.
Ribadiamo, "Giustizia è fatta" perché la Verità dei fatti ha vinto!
La procedura richiesta dal Comitato era corretta.
Rimangono la trappola temporale (derivante dall'omissione del Sindaco) e le gravi responsabilità dell'Amministrazione che di fatto impone progetti non condivisi dalla popolazione impedendo ai cittadini la facoltà di decidere del futuro del paese e delle prossime generazioni.
I cittadini - sulla base dei fatti - sanno distinguere tra VERO e FALSO.
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