Tu sei qui: AttualitàCarceri, dopo i suicidi di due detenute la procura di Torino chiede documentazione
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 13 agosto 2023 17:31:25
di Norman di Lieto
No, la situazione delle carceri italiani non è degna di un Paese civile e già lo delineava un rapporto di Strasburgo che le definiva violente e sovraffollate.
Il suicidio di due detenute durante la giornata dell'11 agosto non hanno fatto altro che aumentare un trend in costante crescita dei suicidi in cella, per le condizioni - spesso al limite - dei detenuti.
Se anche i sindacati della polizia penitenziaria lamentano continue carenze di organico il problema è a 360°.
Ora, con il carcere delle Vallette di Torino, come epicentro di queste ultimissime due tragedie, arriva la richiesta da parte della procura di Torino all'amministrazione del carcere di una serie di documenti
relative al periodo in cui le donne sono state recluse nella struttura.
Gli incarichi per le autopsie saranno affidati domani.
Intanto, il detenuto scrittore, il siciliano Carmelo Musumeci che ha vissuto sulla propria pelle il carcere di massima sicurezza racconta che cosa diventa una 'patria galera' durante il mese caldo di agosto:
"Le sbarre roventi, il cemento armato che amplifica il calore, i pavimenti che di notte diventano l'unica fonte di refrigerio per chi vive in una piccola cella, magari insieme ad altri tre o quattro detenuti. L'inferno del carcere d'estate è questo ma anche molto, molto di più. Il sovraffollamento, da anni ormai oltre ogni livello di allerta, non fa che alimentare la sofferenza del caldo asfissiante di agosto, quello che riempie le pagine dei giornali e che si trasforma, per chi è costretto a una vita in carcere, in una trappola infernale". Lo scorso luglio a Ravenna e, poi, a Caltanissetta è andata in scena la protesta dei detenuti contro il caldo asfissiante, aggravato anche, nel caso del penitenziario siciliano, dalle lamiere saldate sulle grate delle finestre di ogni cella.
Ad Aversa e ad Augusta, in Campania e Sicilia, manca addirittura l'acqua corrente, con le carceri servite esclusivamente da cisterne che - scrive Antigone - "non garantiscono acqua calda e acqua corrente tutto l'anno e in qualsiasi momento del giorno".
"E pensare - conclude con una battuta amara Musumeci - che una volta, quando si finiva in prigione, si diceva 'andare al fresco'. Altri tempi, decisamente".
Sul fronte politico, invece, dopo le parole del Guardasigilli sulla possibilità di usufruire di ex caserme in disuso per 'accogliere' detenuti 'in eccesso' all'interno delle carceri, dovrebbe partire in autunno la ricognizione sulle caserme disponibili ad essere trasformate in luogo di detenzione differenziata per chi è stato condannato in via definitiva a pene brevi per reati che non destano allarme sociale.
Ancora non è chiaro quanti detenuti potrebbero passare al trattamento differenziato nell'ex caserme dei complessivi 42.511 condannati definitivi.
Quelli che devono scontare una pena sotto un anno sono 1.553.
Fonte foto: Foto diIchigo121212daPixabay e Foto diThomas RüdesheimdaPixabay
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