Tu sei qui: AttualitàViolenza contro le donne, 14mila in pronto soccorso nel 2022. Schillaci: "Questi numeri non devono lasciarci indifferenti"
Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 21 novembre 2023 10:45:49
I numeri ufficiali sono sempre più allarmanti e non devono lasciarci indifferenti senza contare che ci sono numeri invisibile che non lasciano traccia dandoci, ancor di più, la certezza di trovarci davanti ad una vera e propria emergenza.
Dopo l'ennesimo femminicidio con vittima la ventiduenne ingegnera Giulia Cecchettin, il ministero della Salute lancia l'allarme comunicando i dati del 2022 quando le porte dei porte dei pronto soccorso italiani si sono aperte 14.448 volte per accogliere una donna vittima di violenza.
E per molte di loro - circa l'8% - non era la prima volta.
A fornire questi dati è lo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci durante dell'evento di celebrazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre:
"Questi numeri non possono e non devono lasciarci indifferenti. Non dobbiamo assuefarci alla violenza.
Il Pronto Soccorso è il luogo dove è possibile intercettare la vittima di violenza perché è qui che si cerca il primo intervento sanitario.
Oggi è la giornata per ribadire l'impegno su questi fronti anche con una formazione professionale appropriata e capillare che costituisce uno dei principali strumenti di prevenzione e contrasto della violenza.
Credo ci sia soprattutto un problema culturale che va affrontato da subito anche nelle scuole", ha detto il ministro.
Secondo l'indagine realizzata dalla Commissione d'inchiesta sul femminicidio, il 65% delle vittime non aveva parlato della violenza con nessuno prima di cadere vittima della violenza.
Come spiega all'Ansa, Vittoria Doretti, direttrice della rete regionale del Codice Rosa in Toscana:
"La più grande alleata della violenza è la solitudine e il pronto soccorso non è il miglior posto per aiutare queste donne, ma sappiamo che prima o poi una donna vittima di violenza passa di là".
Già da tempo i pronto soccorso italiani hanno cominciato ad attrezzarsi per dare aiuto alle donne e, dal 2017, esistono linee guida nazionali che prevedono l'istituzione di appositi percorsi protetti che garantiscono cura, sicurezza e orientamento ai servizi antiviolenza per se stesse e i figli minori.
Nel dettaglio, secondo l'indagine, il 77% delle strutture ha in uso i protocolli attuativi del percorso per le donne che subiscono violenza; l'83% assicura percorsi diversificate e dimissione protetta alle donne per cui sia stato valutato un rischio alto; il 59% ha un'equipe multidisciplinare dedicata.
Quasi tutti i pronto soccorso, poi, garantiscono, in presenza di figli minori, la possibilità che possano restare con la madre e che siano coinvolti nel suo stesso percorso; segnala alla donna la presenza sul territorio dei centri antiviolenza e la possibilità di sporgere querela.
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