Tu sei qui: PoliticaRiforma Premierato, Gianni Letta: "Riduce poteri presidente Repubblica"
Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 1 dicembre 2023 21:02:40
Mentre la riforma del premierato che vede il governo a guida Meloni, è in cantiere, durante i work in progress, si alza una voce non dall'opposizione ma dalla stessa maggioranza.
E che voce, verrebbe da dire: sono quelle di Gianni Letta, ex consigliere di Silvio Berlusconi e decano di Forza Italia.
Le sue considerazioni (ovvie, Ndr) sulla riduzione dei poteri del presidente della Repubblica nel caso si introducesse la riforma del premierato agitano la coalizione di governo.
Anche se è Forza Italia, ad esprimersi sono soprattutto esponenti di Forza Italia. Segno delle fibrillazioni che covano nel partito di Antonio Tajani e della madrina della riforma, la ministra Elisabetta Casellati che però si è subito prodigata a gettare benzina sul fuoco, dicendo sostanzialmente che le dichiarazioni di Letta fossero state male interpretate.
Però qualche 'mal di pancia' in Forza Italia ci sarebbe stati: la soglia del 55% per il premio di maggioranza e in particolare la cosiddetta norma anti ribaltone.
La stessa premier Giorgia Meloni ha ammesso che avrebbe preferito la formula del 'simul stabunt simul cadent' per cui se un premier eletto dovesse cadere perché sfiduciato, si tornerebbe alle urne.
Nel frattempo la marcia del disegno di legge costituzionale continua al Senato, trainata soprattutto da Fratelli d'Italia.
Lunedì pomeriggio riprenderanno le audizioni davanti alla commissione Affari costituzionali e andranno avanti per tutto dicembre.
Ma già dai primi interventi di alcuni costituzionalisti non mancano critiche aperte e riserve.
Per Giorgio Mulè, il monito dell'ex consigliere di Silvio Berlusconi va letto "con il rispetto che si deve a una figura con la sua esperienza e il suo vissuto.
Letta è un uomo delle istituzioni, non di parte e che le sue riflessioni vanno valutate e approfondite, come è giusto che sia e come deve fare il Parlamento davanti a una riforma costituzionale per cui non possono esistere delle bandiere da piazzare".
NdL
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