Tu sei qui: CronacaNapoli, due dei tre operai morti lavoravano in nero: quattro indagati per omicidio colposo plurimo
Inserito da (Admin), sabato 26 luglio 2025 16:53:26
Si fa ancora più cupo lo scenario della tragedia avvenuta nella mattinata di ieri, venerdì 25 luglio, in un cantiere di viale Colli Aminei, nel quartiere Arenella. Tre operai, Ciro Pierro, Vincenzo Del Grosso e Luigi Romano, sono precipitati da circa venti metri mentre lavoravano su una piattaforma elevatrice improvvisamente ceduta. La Procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo, affidata alla sostituta procuratrice Stella Castaldo.
Quattro le persone attualmente iscritte nel registro degli indagati, a garanzia per la nomina dei consulenti tecnici: si tratta dell’amministratore del condominio, del coordinatore per la sicurezza del cantiere (titolare della ditta esecutrice dei lavori), e del rappresentante della società che ha fornito la piattaforma elevatrice. Un impianto che, secondo le prime valutazioni, potrebbe essere stato decisivo nella dinamica dell’incidente.
Ma a rendere ancora più drammatico il quadro sono le prime risultanze degli accertamenti svolti dall’Inail: solo uno dei tre operai era regolarmente assunto. Gli altri due, Del Grosso e Romano, quest’ultimo di 67 anni, lavoravano in nero. Un elemento che denuncia con evidenza le gravi lacune nella gestione del cantiere e nella tutela dei lavoratori.
L’imprenditore si è presentato spontaneamente all’Inail poche ore dopo la tragedia, accompagnato dai propri legali. Intanto, gli inquirenti hanno acquisito documentazione, testimonianze e materiali utili a chiarire le responsabilità.
Nel frattempo, le parole dell’ingegnere Giuseppe Mormile, esperto di sicurezza sul lavoro, pubblicate a caldo, poche ore dopo l’incidente, risuonano con ancora maggiore forza: «Non è un incidente, è complicità», ha scritto in un intervento che ha fatto il giro della rete (link all’articolo). «La sicurezza – ha aggiunto – non è una zavorra né un faldone di carte da firmare: è una scelta quotidiana. E chi la ignora o finge di non vedere non è spettatore, è complice».
Parole che oggi diventano atto d’accusa. In un Paese dove si continua a morire di lavoro e nel lavoro, il problema non è la fatalità, ma l’omertà, la superficialità e il disprezzo delle regole.
Le indagini continuano, ma la verità più amara è già davanti agli occhi di tutti.
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