CronacaRidotta in schiavitù dai parenti per 22 anni, donna salvata dai carabinieri a Bojano

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Ridotta in schiavitù dai parenti per 22 anni, donna salvata dai carabinieri a Bojano

Nel 1995 la donna, allora 40enne e vedova, aveva accolto l'invito del fratello che aveva deciso di ospitarla nella sua casa

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), martedì 13 settembre 2022 08:14:48

Terribile scoperta a Bojano (Campobasso), dove una donna 67enne è stata ridotta in schiavitù per 22 anni dal fratello e dalla cognata.

A soccorrere la donna, come riporta Il Messagero, sono stati i carabinieri della locale tenenza.

Stando ad una prima ricostruzione, nel 1995 la donna, allora 40enne e vedova, aveva accettato l'invito del fratello ed era andata a vivere nella sua abitazione. Inizialmente tutto andava bene, tanto che alla donna era stata assegnata la stanza appartenuta agli anziani genitori.

In seguito tutto è precipitato e la donna non solo è stata costretta a spostarsi una stanza ricavata di fianco alla legnaia, priva di riscaldamento, ma anche a servire il fratello. Per i successivi anni, la donna è stata privata di cure mediche e solo sporadicamente veniva accompagnata da una parrucchiera, dove era sorvegliata a vista dalla cognata. Per il resto una vita da invisibile: non è mai più uscita da sola neanche per andare sulla tomba del marito e non le è stato mai concesso di fare due chiacchiere con nessuno.

«Lei - ha raccontato il capitano Edgard Pica, comandante della Compagnia di Bojano - ha parlato solo quando ha capito che non l'avremmo più riportata in quella casa. Si è sentita liberata e a quel punto ci ha raccontato tutto quello che ha subito in questi anni e ha anche firmato la querela».

La 67enne ha denunciato oltre vent'anni di privazioni e vessazioni psicologiche e fisiche, avendo subito botte e schiaffi sia dal fratello che dalla cognata. Aveva la possibilità di lavarsi nella vasca del bucato una volta al mese, non le era consentito l'utilizzo del bagno.

«La 'resilienza' dell'anziana donna - hanno evidenziato ancora i carabinieri - è stata messa a dura prova negli anni, ma ha vinto la sua capacità di sopportare le gravissime privazioni subite, dalla libertà personale, a quella di parola e di autonomina, mostrando un desiderio di vivere ed uscire da tale situazione, cercando in ogni occasione di chiedere aiuto, con tentativi rimasti per troppo tempo inascoltati». La 67enne ora si trova in una struttura protetta.

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