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Tu sei qui: Economia e Turismo"Sanremo sì, Horeca no", anche l'Associazione Pizza Tramonti al presidio dei ristoratori in piazza Montecitorio
Scritto da (Maria Abate), martedì 2 marzo 2021 16:04:20
Ultimo aggiornamento martedì 2 marzo 2021 16:10:19
A Roma, il 1° marzo 2021, in piazza Montecitorio, in contemporanea al giuramento di viceministri e sottosegretari nel vicino Palazzo Chigi, oltre un migliaio di imprenditori, dipendenti, autonomi del mondo Horeca di tutta Italia si sono riuniti per manifestare.
"Sanremo sì, Horeca no" è uno degli slogan del presidio, che mette in luce la situazione di estrema crisi che vede coinvolti ormai da un anno gli operatori della ristorazione, costretti a rimanere chiusi di sera anche da nuovo Dpcm di Draghi.
I ristoratori hanno incontrato i politici chiedendo loro di poter lavorare di sera perché - dichiarano - «gli assembramenti visti nel fine settimana nelle principali città italiane non ci sarebbero stati se le persone avessero potuto stare sedute nei ristoranti».
Al presidio anche tre rappresentanti dell'Associazione Pizza Tramonti, che conta circa duecento associati in tutta Italia, tutti provati dalle restrizioni dovute alla pandemia.
«Non è che vogliamo riprendere i guadagni che avevamo, vogliamo resistere per poter riaprire quando sarà il momento», ha detto a TgCOM24 la ristoratrice originaria di Tramonti Maria Vaccaro, titolare del "Due Lune" di Bologna.
«Stiamo lavorando per costituire un vero e proprio Comitato - ha detto il Presidente dell'APT Vincenzo Savino a Positano Notizie - per fare in modo che il Governo ci ascolti sul serio. In oltre 100 mila addetti ai lavori ci eravamo già riuniti nel progetto #FareRete durante il primo lockdown, presentando a Palazzo Chigi un piano a medio e lungo termine per valorizzare e difendere non solo il comparto della ristorazione ma in generale tutto il sistema enogastronomico italiano. Ad oggi non è cambiato molto, serve un'azione più incisiva. Quello che continueremo a chiedere, tutti insieme, è che ci facciano ripartire nei limiti del possibile e ci riconoscano i giusti indennizzi in attesa di tempi più floridi».
«Un altro imprenditore si è tolto la vita, alla sua famiglia va tutta la nostra solidarietà. Siamo qui anche per lui. Siamo all'ottavo giorno di presidio. La nostra protesta andrà avanti finché non avremo portato a casa indennizzi adeguati alle perdite di fatturato. Siamo allo stremo. Siamo gli unici a non poter ancora lavorare. I nostri ristoranti sono sicuri, le persone stanno distanziate, abbiamo igienizzanti all'ingresso e prendiamo i nomi di chi entra. Non si comprende questo accanimento per la nostra categoria. Ridateci la nostra dignità», l'appello al Governo del portavoce di TNI Italia e presidente di Ristoratori Toscana Pasquale Naccari, che ha aperto la manifestazione.
Nel frattempo, Tni Italia-Ristoratori Toscana, tramite gli avvocati Gaetano Viciconte e Fabio Cappelletti, ha citato in giudizio la presidenza del Consiglio per i danni subiti dalla categoria. Un'ottantina i ristoratori che hanno partecipato alla prima azione collettiva, ma essendo arrivate altre adesioni da tutta Italia, sarà presentato un secondo ricorso.
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