Tu sei qui: PoliticaGaza, Onu chiede inchiesta internazionale
Inserito da (Redazione Nazionale), giovedì 16 novembre 2023 21:58:53
di Norman di Lieto
Se c'è qualcosa che tra Israele, Hamas, Palestina è stato dimenticato a Gaza è il diritto internazionale.
L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk ha chiesto un'inchiesta internazionale, denunciando le violazioni di un conflitto nel quale ci sono pochi morti tra i militari e troppi tra i civili.
Anche nelle stanze diplomatiche continua il muro contro muro con Israele che contrattacca Turk: 'Diritto non è patto suicida' e con i rappresentanti palestinesi che gridano al 'Genocidio'.
A Ginevra Turk ha dichiarato:
"Accuse estremamente gravi di violazioni multiple e profonde del diritto internazionale umanitario, chiunque le abbia commesse, richiedono indagini rigorose e piena responsabilità: è necessaria un'indagine internazionale anche a causa della preoccupante intensificazione della violenza e la grave discriminazione contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme est.
Risulta evidente che da entrambe le parti alcuni vedono l'uccisione di civili come un danno collaterale accettabile o come un'arma di guerra deliberata e utile. Questo è un disastro umanitario e un attacco ai diritti umani".
Quello che in questi tempi di brutalità, tentare una soluzione diversa dalle barbarie rischiano di essere parole nel vuoto, infatti, l'ambasciatrice israeliana alle Nazioni Unite a Ginevra Meirav Eilon Shaharha chiuso ogni porta:
"Il diritto internazionale, ha scandito, non è un patto suicida che consente alle organizzazioni terroristiche di beneficiare di un costante sostegno internazionale".
Immediata e durissima la risposta dell'ambasciatore palestinese Ibrahim Khraishi, in muro contro muro senza soluzione:
"Dovreste svegliarvi in questa stanza. Questo è un massacro, un genocidio, e lo vediamo in tv. Non può continuare".
I civili, a Gaza, non hanno scampo, per questo l'Alto commissario ha dichiarato come: "siamo stati assolutamente chiari sul fatto che al momento non consideriamo sicura alcuna parte di Gaza".
Mentre sono già 103 i dipendenti dell'Agenzia per rifugiati, uccisi nel conflitto, il numero più alto di operatori umanitari delle Nazioni Unite morti in un conflitto nella storia dell'organizzazione.
Intanto il Consiglio di Sicurezza, adottando una bozza di risoluzione che chiede "pause umanitarie urgenti e prolungate e corridoi in tutta Gaza per un certo numero di giorni per consentire l'accesso agli aiuti ai civili e il rilascio degli ostaggi".
Immediata la bocciatura da parte di Israele che ha ribadito la sua linea: finché gli ostaggi non vengono rilasciati non se ne parla.
Sul fronte interno israeliano, il presidente Benyamin Netanyahu adesso deve vedersela anche con i venti di fronda nel suo partito.
Intanto il leader centrista Yair Lapid ha quindi suggerito di sostituire con un nuovo esecutivo quello attuale che si poggia su partiti di estrema destra.
"Netanyahu - secondo Lapid - ha perso la fiducia dei cittadini, della comunità internazionale e perfino dei nostri responsabili alla sicurezza".
Non solo la politica volta le spalle a Nethanyahu anche i dimostranti che manifestano contro il governo le strade di molte città sono tappezzate con le fotografie degli ostaggi, agli specchietti delle automobili sono allacciati nastri gialli di solidarietà con le famiglie. Si tratta di una protesta popolare molto vasta, non allineata con la destra o la sinistra. Il futuro politico di Netanyahu potrebbe dipendere, in definitiva, propria da questo inaspettato banco di prova.
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