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Tu sei qui: PoliticaRecovery Plan, Bonetti e Bellanova pronte a dimettersi: «Non è una minaccia, è in gioco il destino del Paese»
Scritto da (Maria Abate), martedì 5 gennaio 2021 16:13:04
Ultimo aggiornamento martedì 5 gennaio 2021 16:13:04
«Non siamo a caccia di poltrone.Le poltrone servono per far accadere le cose, non sono fini a se stesse».
A dirlo è Matteo Renzi, sulla sua Enews, dopo aver messo in crisi l'esecutivo con l'annuncio della dimissione delle sue ministre Bellanova e Bonetti, nel caso in cui le proposte di Italia Viva non vengano accolte.
«Magari - ha aggiunto - avessimo un problema personale: noi abbiamo un problema politico con Conte. Sul Recovery, sul Mes, sull'intelligence, sulla scuola, sull'alta velocità, sul garantismo, sul ruolo internazionale dell'Italia e sulla presenza nel Mediterraneo, sul rapporto con gli Stati Uniti, sul lavoro e il reddito di cittadinanza, sulla crescita, sullo stile istituzionale ho argomentato idee diverse. Non è un fatto personale, si chiama politica».
«Non ci sono retroscena, non ci sono dietrologie: l'Italia ha una mole incredibile di soldi da spendere. Io voglio solo capire come li spendiamo. [...] Ma vi rendete conto - ha esclamato Renzi - che nel Recovery Plan per i giovani e l'occupazione, nei prossimi sei anni, ci sono meno risorse di quelle che sono previste per il solo 2021 per il cash-back? Davvero il futuro dei nostri giovani vale meno del futuro di una carta di credito?».
Dal canto loro, le ministre si dicono pronte a dimettersi se qualcosa non cambia. «In un momento tanto drammatico di pandemia e di crisi, la politica ha il dovere della verità e della trasparenza, per trovare mediazioni nell'interesse generale. In tutti i passaggi occorrono chiarezza, confronto e condivisione. Per me non è concepibile chiudere gli occhi davanti a provvedimenti da approvare senza averli prima conosciuti e condivisi, come invece è accaduto per il Recovery Plan», ha dichiarato la Bonetti.
«Non è una minaccia, ma la più forte dimostrazione della nostra serietà. In gioco c`è qualcosa di ben altro e più importante di carriere politiche e poltrone: i ministri possono andare e venire, il rilancio del Paese invece o si costruisce adesso oppure rischia di andare in malora per sempre. Mentre i debiti che contraiamo rimangono ai nostri figli e ai nostri nipoti. [...] La posta in gioco è il destino del Paese e il futuro delle nuove generazioni. Per questo tanta determinazione», ha commentato invece la Bellanova.
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