Territorio e AmbienteAlla scoperta del "Sentiero delle Formichelle" con Filippo Civale /Foto

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Alla scoperta del "Sentiero delle Formichelle" con Filippo Civale /Foto

In un tiepido mattino di novembre, ci siamo avventurati in una passeggiata che si è rivelato un viaggio nella storia e nel passato del nostro territorio

Inserito da (Admin), giovedì 31 dicembre 2020 16:18:22

Un sabato mattina come tanti, quello dello scorso 14 novembre, quando decidemmo di accettare l'invito di Filippo Civale a percorrere con lui un interessante percorso, tra Maiori e Tramonti.

Appuntamento alle 8.30 al Corso Reginna dove, con la sua utilitaria 4x4, Filippo puntuale ci aspetta per raggiungere la località Trapulico di Maiori. Parcheggiata l'auto ci incamminiamo lungo un sentiero che fin dai primi passi si trasforma in una lezione di storia del territorio che raggiunge l'era dell'eruzione del Vesuvio, passa per la seconda guerra mondiale, l'alluvione del 1954 e arriva fino ai giorni nostri.

Ai bordi della strada infatti, resa oggi percorribile grazie a lavori privati che hanno ridato vita a meravigliosi giardini di limoni, è chiaro che gran parte della vegetazione poggia su leggerissima pomice di derivazione vulcanica. In alcuni punti sono chiaramente visibili i vari strati formatisi nel corso di più di duemila anni e che oggi rappresentano anche una fragilità del nostro territorio.

Aiutati da una coppia di bastoni da trekking (che inizialmente ci hanno fatto sorridere ma dopo qualche chilometro in salita li abbiamo benedetti), la nostra passeggiata con Filippo ci ha portati lungo il "Sentiero delle Formichelle", un percorso naturalistico che necessiterebbe sicuramente di maggior promozione e valorizzazione.

La salita è dolce e il percorso veramente molto gradevole, soprattutto perché accompagnati da un esperto scalatore che, con il giusto passo e qualche segreto, ci ha portato a percorrere con lui quasi 10 km nella natura che ci ha lasciati senza fiato in quanto a bellezza. Una prima pausa l'abbiamo fatta poco dopo l'inizio del percorso dove Filippo ha estratto dal piccolo zaino della frutta fresca che abbiamo condiviso insieme a un bel cavallo e una mucca, che sembravano conoscere bene il nostro compagno di viaggio. A metà mattina, quando siamo arrivati vicino ad un antico deposito abbandonato chiamato "A cas' ro lupo" (tradotto la casa del lupo), Filippo in questa seconda pausa ha tirato un infuso a base di erbe e miele in grado di idratarci, dandoci la giusta carica per continuare la piacevole salita.

Lungo l'ascesa, abbiamo osservato piante di corbezzoli ('e sover' pelos), mirto selvatico, piante di limoni e ulivi, sullo sfondo del nostro territorio ammirato da una inedita prospettiva, quasi aerea, che ci ha fatto comprendere quanti sforzi e quanta fatica i nostri avi hanno compiuto per regalarci quella che oggi tutti conoscono come "Divina".

Al confine con Tramonti insistono diverse aziende agricole tra cui la meravigliosa tenuta in località "Marito" coltivata dalla nostra amica Giovanna Buonocore. A separare "virtualmente" i due comuni, al confine un ulivo secolare a cui segue un meraviglioso castagneto e un fitto bosco dove è un piacere conversare, accompagnati solo dal rumore dei nostri passi sulle foglie.

Il Sentiero delle Formichelle raggiunge la frazione di Paterno Sant'Elia fino a congiungersi al Sentiero dedicato a Giustino Fortunato, storico, economista, naturalista, che nel 1877 completò la traversata dei Lattari in 3 giorni, da Cava dei Tirreni a Punta Campanella passando proprio per Casa Vitagliano, dove noi siamo arrivati. Il tempo di una breve diretta per gli amici di Positano Notizie e via sulla strada del ritorno dove, tagliando per la strada interna, Casa di Genova, che lambisce l'agriturismo "Il Giardino dorato", siamo scesi fino alla località "Sciulia" (oggi via Sciulia) il cui nome deriva proprio dalla scivolosità della strada, almeno fino alla fine degli anni '50, causata da una infiltrazione d'acqua.

Tra aneddoti e storie del passato Filippo ci ha svelato il suo sogno: valorizzare questo percorso, adatto a tutti, magari mettendo in sicurezza alcuni punti che risultano decisamente pericolosi, soprattutto per i più piccoli e creare un piccolo opuscolo dove raccontare la storia di questi luoghi.

In modalità "passeggiata" abbiamo impiegato circa 4 ore per percorrere i 10 km circa del sentiero che, durante tutto il tragitto, ci ha fatto dimenticare la pandemia in corso regalandoci una sensazione di benessere e di felicità che non vediamo l'ora di rivivere al più presto.

 

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