Tu sei qui: Storia e StorieLa cupola maiolicata della Chiesa Madre di Positano fotografata all'alba da Fabio Fusco
Inserito da (admin), giovedì 12 dicembre 2019 10:28:02
La cupola maiolicata della Chiesa Madre è una fra le attrazioni più fotografate di Positano. Maestosa e bombata svetta sul caseggiato della "città verticale" e contribuisce a rendere suggestivo il panorama.
Il fotografo positanese Fabio Fusco l'ha immortalata in un alba rosso fuoco, con il disegno maiolicato di piastrelle gialle, verdi e blu che spicca vivido in mezzo al rosso del mare che riflette il sole crescente.
Il risultato è uno spettacolo e un nuovo modo di vedere la cupola, immortalata dal lato posteriore e in primo piano. Sullo sfondo solo il mare e un lembo di spiaggia.
La chiesa di Santa Maria Assunta è un piccolo gioiello del centro cittadino di Positano, situata in piazza Flavio Gioia, a pochi passi dalla spiaggia di Marina Grande ed è raggiungibile solo ed unicamente a piedi. La sua storia è legata a quella del monastero benedettino di Santa Maria che, secondo una tradizione non documentata, sarebbe stato eretto in occasione dell'arrivo a Positano dell'icona bizantina della Madonna, ancor oggi venerata nella chiesa. Più verosimilmente, invece, l'abbazia fu fondata nella seconda metà del sec. X; il primo cenno documentale di essa lo ritroviamo in un manoscritto della fine del sec. XI, con il quale il duca Sergio di Sorrento concedeva all'abate Mansone del Monastero di Santa Maria di Positano la libera navigazione nelle acque del suo ducato.
L'abbazia godette di un grande prestigio fin verso la metà del sec. XV, quando l'ultimo abate benedettino, Antonio Acciappaccia di Sorrento, e i suoi monaci, forse spaventati dalle incursioni di predoni cilentani, abbandonarono il monastero. Dopo alcuni anni esso fu affidato a un abate commendatario nella persona di Nicola Miroballi, successivamente eletto arcivescovo di Amalfi. Tra gli abati commendatari che ressero l'abbazia di Positano ricordiamo il cardinale Vincenzo Maria Orsini, divenuto poi Papa Benedetto XIII. Tranne qualche eccezione, il periodo degli abati commendatari fu nefasto per la nostra chiesa. Del monastero si persero gradualmente finanche le tracce architettoniche, mentre la chiesa deperiva sempre più, nonostante i continui richiami degli arcivescovi di Amalfi e un profondo rifacimento cui fu sottoposta, a cura dell'abate Pirro Giovanni Campanile, nei primi anni del sec. XVII.
Nel 1777 l'ultimo abate commendatario, Liborio Marra, fu di fatto esautorato dal clero locale che pose mano ai restauri del tempio. I lavori durarono circa cinque anni; il 10 agosto 1783 l'arcivescovo Mons. Antonio Puoti consacró la chiesa totalmente rimessa a nuovo e il 15 agosto successivo incoronó l'icona della Madonna con una corona d'oro.
L'icona bizantina è verosimilmente giunta a Positano nel sec. XII ad opera dei monaci benedettini, i quali, a bordo delle loro navi, percorrevano le rotte commerciali e di pesca lungo le coste dell'Italia meridionale. Un documento conservato nell'archivio parrocchiale ricorda la dedicazione di una chiesa ad onore della Beata Vergine Maria nell'anno 1159 ad opera di Giovanni II vescovo di Amalfi.
La tradizione popolare, invece, vuole che l'icona sia giunta a Positano in modo prodigioso. Essa faceva parte del carico di un veliero proveniente dalle regioni orientali; giunta al largo di Positano, la nave incappó in una forte bonaccia che ne fermó la navigazione. Invano i marinari fecero ricorso a tutta la loro esperienza per riprendere il viaggio, gettando a mare una parte del carico. Poi, ad un tratto, sentirono una voce: "Posa, posa!". Il pensiero corse subito a quella effigie della Madonna col Bambino: il prodigio fu interpretato come manifestazione della volontà della Vergine di restare in quel luogo. Il capitano diede ordine di dirigere la prua verso terra e la nave riprese a muoversi. Giunti a riva, i marinai consegnarono l'icona agli abitanti di Positano, i quali l'accolsero con gioia ed edificarono un tempio in suo onore nei pressi della spiaggia.
Anticamente Positano era affidata alla protezione del martire San Vito, del quale si conserva un pregevole busto reliquiario, di scuola napoletana del sec. XVI.
La chiesa così come oggi si presenta al visitatore risale ai lavori compiuti tra il 1777 e il 1782, ed ai restauri degli stucchi e delle dorature realizzati circa un secolo dopo.
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