ChiesaPapa Francesco: "Siamo figli e nipoti che parlano e dedicano tempo ai loro anziani?"

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Papa Francesco: "Siamo figli e nipoti che parlano e dedicano tempo ai loro anziani?"

Nell'omelia del Pontefice il ringraziamento ai nonni nel giorno della celebrazione dei Santi Gioacchino e Anna

Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 26 luglio 2022 19:41:45

Oggi, in occasione della festa dei Santi Gioacchino ed Anna - "i nonni di Gesù"- Papa Francesco durante l'omelia pronunciata nel corso della Santa Messa celebrata nel Commonwealth Stadium di Edmonton in Canada, ha voluto ricordare i 'nonni' con queste parole:

"Per accogliere veramente chi siamo e quanto siamo preziosi, abbiamo bisogno di assumere in noi coloro da cui discendiamo, coloro che non hanno pensato solo a se' stessi, ma ci hanno trasmesso il tesoro della vita. Siamo qui grazie ai genitori, ma anche grazie ai nonni che ci hanno fatto sperimentare di essere benvenuti nel mondo. Sono stati spesso loro ad amarci senza riserve e senza attendere qualcosa da noi: loro ci hanno presi per mano quando avevamo paura, rassicurati nel buio della notte, incoraggiati quando alla luce del sole dovevamo affrontare le scelte della vita. Grazie ai nonni abbiamo ricevuto una carezza da parte della storia che ci ha preceduto: abbiamo imparato che il bene, la tenerezza e la saggezza sono radici salde dell'umanità".

E oltre a rivolgere un pensiero ai nonni Papa Francesco interroga su che tipo di figli e nipoti siamo:

"Chiediamoci: siamo figli e nipoti che sanno custodire la ricchezza ricevuta? Facciamo memoria dei buoni insegnamenti ereditati? Parliamo con i nostri anziani, dedichiamo tempo per ascoltarli? E ancora, nelle nostre case, sempre più equipaggiate, moderne e funzionali, sappiamo ricavare uno spazio degno per conservare i loro ricordi, un luogo apposito, un piccolo sacrario familiare che, attraverso immagini e oggetti cari, ci permetta anche di elevare il pensiero e la preghiera a chi ci ha preceduto? Abbiamo conservato la Bibbia e il rosario dei nostri antenati? Pregare per loro e in unione con loro, dedicare tempo a fare memoria, custodire l'eredita': nella nebbia della dimenticanza che assale i nostri tempi vorticosi e' fondamentale coltivare le radici".

E ancora ha rivolto un pensiero al futuro di quegli anziani che rischiano di essere 'scartati':

"Un avvenire dove gli anziani non vengono scartati perché funzionalmente 'non servono piu''; un avvenire che non giudichi il valore delle persone solo da quanto producono; un avvenire che non sia indifferente verso chi, ormai avanti con l'età, ha bisogno di più tempo, ascolto e attenzione. E' un avvenire possibile se, con l'aiuto di Dio, non spezziamo il legame con chi ci ha preceduto e alimentiamo il dialogo con chi verra' dopo di noi: giovani e anziani, nonni e nipoti, insieme. Andiamo avanti insieme, sogniamo insieme".

Passato, presente e futuro: nonni, figli e nipoti insieme senza spezzare quel legame che è, e deve rimanere, indissolubile.

E ancora un passaggio importante sulla troppa importanza che viene data nella società odierna ai beni materiali, ai soldi, alla realizzazione professionale che oscurano l'importanza di altri valori e, anche qui, il confronto coi nonni continua:

"I nostri nonni e i nostri anziani - dice Bergoglio- hanno desiderato vedere un mondo più giusto, più fraterno e più solidale e hanno lottato per darci un futuro. Ora, tocca a noi non deluderli. Sostenuti da loro, che sono le nostre radici, tocca a noi portare frutto. Siamo noi i rami che devono fiorire e immettere semi nuovi nella storia. E
allora, facciamoci alcune domande concrete: di fronte alla storia di salvezza a cui appartengo e di fronte a chi mi ha preceduto e amato, io che cosa faccio? Ho un ruolo unico e insostituibile nella storia: che traccia sto lasciando dietro al mio cammino, che cosa sto lasciando a chi mi segue, che cosa sto dando di me?".

"Tante volte - osserva Papa Francesco nel corso dell'omelia -si misura la vita in base ai soldi che si guadagnano, alla carriera che si realizza, al successo e alla considerazione che si ricevono dagli altri. Ma questi non sono criteri generativi. La questione è: sto generando vita? Sto immettendo nella storia un amore nuovo e rinnovato che prima non c'era? Sto annunciando il Vangelo dove mi trovo a vivere, sto servendo qualcuno gratuitamente, come chi mi ha preceduto ha fatto con me? Che cosa faccio per la mia Chiesa, per la mia città e la mia società? E' facile criticare, ma il Signore non ci vuole solo critici del sistema, non ci vuole chiusi e "indietristi", ma artigiani di una storia nuova, tessitori di speranza, costruttori di futuro, operatori di pace".

 

Fonte foto: Pixabay e Commons Wikimedia

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