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Tu sei qui: Salute e BenessereCoronavirus, cinque medici chiedono al Governo la revoca di «obblighi e divieti privi di legittimazione»
Scritto da (Massimiliano D'Uva), sabato 30 maggio 2020 17:51:32
Ultimo aggiornamento sabato 30 maggio 2020 18:02:50
Un gruppo di medici, dichiaratisi coinvolti in prima persona nella battaglia contro il Covid-19, ha inviato oggi un'istanza in autotutela al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità e, in conoscenza, ai Governatori delle Regioni.
Nella lettera di Pasquale Mario Bacco, Antonietta Gatti, Mariano Amici, Carmela Rescigno, Fabio Milani e Maria Grazia Dondini sono evidenziati «aspetti problematici nella gestione dell'emergenza Covid-19, in particolare sotto il profilo medico-scientifico ed epidemiologico».
Nel chiarire che «il Covid-19 ha dimostrato di essere una forma influenzale non più grave degli altri Coronavirus stagionali (nonostante l'OMS abbia dichiarato l'emergenza pandemica l'11 Marzo, le cifre ufficiali dei deceduti, dei contagiati e dei guariti contraddicono la definizione stessa di "pandemia)», i medici firmatari dell'istanza ritengono necessario «dare informazioni corrette e fornire criteri di comprensione dei dati reali, evitando che i media diffondano notizie allarmanti, a nostro parere assolutamente ingiustificate. La banalizzazione statistica dei decessi è la sintesi di una comunicazione istituzionale che ha impedito, per tutta l'emergenza ed ancora oggi, di avere una chiara sintesi della situazione, portando ad un circolo vizioso in termini di provvedimenti sanitari e di impatto sociale».
Tra i tanti quesiti, i medici chiedono di conoscere «quali siano i titoli e quale sia l'autorevolezza e l'esperienza dei membri della Commissione incaricata di proporre misure di contenimento dell'epidemia e quale sia il motivo per cui si è deciso di non tenere in considerazione gli studi e i rilievi di medici e specialisti impegnati sul campo, privilegiando l'impostazione opinabile degli "esperti" anche laddove contraddetta da casi documentati». Ma soprattutto, «per quale motivo si sia attuata una politica del terrore ed una grave mistificazione della realtà, descrivendo il Covid come un mostro anziché una seria epidemia da affrontare con i mezzi normali della medicina e che a maggior ragione non rappresenta un pericolo nella cosiddetta "fase 2"».
Ad essere messi in discussione, ancora, «l'imposizione dell'uso di mascherine che - se fossero realmente efficaci - non avrebbero comunque un'utilità pratica e richiederebbero comunque di esser sostituite frequentemente e che - laddove non efficaci, come nel caso dei più comuni modelli distribuiti o addirittura delle mascherine fai-da-te - sembrano costituire più che altro una "drammatizzazione" del clima di terrore deliberatamente imposto, senza alcuna motivazione reale» o «l'imposizione di distanziamenti sociali e forme di isolamento in quarantena per soggetti positivi ancorché non malati», anziché diffondere «tempestive, adeguate e complete informazioni sul valore preventivo delle misure di igiene e profilassi all'interno delle abitazioni e RSA, dell'igiene orale ivi compresi i risciacqui con liquidi ad azione antivirale, delle diete più indicate per la prevenzione delle malattie infettive e loro complicazioni, delle attività di esercizio fisico più salutari, dei pericoli del fumo e dell'inquinamento nel determinare la gravità della malattia».
Per tutte queste ragioni, i medici chiedono al Governo di «revocare i provvedimenti fino ad oggi emessi sulla base di una dichiarazione di uno stato di emergenza di cui oggi non sussistano più nemmeno i presupposti di fatto, e di assumere decisioni politiche che siano fondate su dati reali e soprattutto che siano correttamente esaminati e contestualizzati».
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