Tu sei qui: MondoHamas apre sugli ostaggi ma chiede fine guerra
Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 6 febbraio 2024 22:05:17
di Norman di Lieto
Il ruolo diplomatico e di mediazione del Qatar e dell'Egitto è proseguito senza sosta negli incontri di Parigi nel tentativo di trovare una soluzione che portasse - finalmente - ad un cessate il fuoco a Gaza.
Oggi, potrebbe essere, la svolta - si spera - definitiva: l'annuncio è arrivato dal premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, che ha fatto sapere di aver ricevuto "una risposta positiva" da parte di Hamas allo schema di accordo trovato nella capitale francese, dagli Usa, dall'Egitto e dallo stesso Qatar.
Come detto, il ruolo del Qatar è stato strategico così come quello dell'Egitto.
Mentre gli Usa, inizialmente a fianco di Israele senza se e senza ma, con il presidente Biden che ci aveva provato in una sorta di 'moral suasion' sul fronte israeliano prima con Blinken e, poi, con il direttore della Cia, senza dimenticare di come lo stesso Biden avesse dovuto gestire il fronte critico interno alla sua stessa Amministrazione: criticato per essere stato sempre troppo filo-israeliano nel conflitto con Hamas.
Gli ostaggi israeliani, ancora in mano ad Hamas dopo l'attacco del 7 ottobre, sono stati al centro della mediazione per trattare la loro liberazione.
Su Telegram Hamas ha spiegato di aver "affrontato con spirito positivo", la proposta di mediazione, insistendo sulle loro condizioni, prime fra tutte "un cessate il fuoco totale e comprensivo" e la "fine dell'aggressione", ovvero il ritiro completo da Gaza dell'esercito israeliano. Oltre che sul "completamento dello scambio di prigionieri".
Sarà un caso, ma proprio domani, Blinken - arriverà (ancora una volta) in Israele al termine della sua spola diplomatica tra Arabia Saudita, Egitto e Qatar - per cercare una definitiva riuscita dell'accordo.
Sugli ostaggi il New York Times ha svelato quanto riportano le forze armate israeliane, secondo cui almeno 32 di loro, un quinto dei 136 rapiti ancora nelle mani di Hamas, sono morti.
Intanto il governo israeliano ha rilasciato le sue prime osservazioni ufficiali sulla risposta di Hamas ad un possibile accordo di tregua, affermando che i commenti del gruppo sono allo studio di tutte le parti coinvolte nel processo di mediazione.
''La risposta di Hamas è stata trasmessa dal mediatore del Qatar al Mossad. I suoi dettagli vengono attentamente valutati dai funzionari coinvolti nei negoziati", ha scritto su X il l'uffico del primo ministro israeliano.
Speriamo bene.
Sul fronte dell'informazione, c'è da registrare una notizia che arriva dagli Usa, da uno dei media più conosciuti a livello mondiale, la CNN, dove lo staff sarebbe in rivolta per la 'copertura distorta' e controllata dall'alto del conflitto a Gaza:
"Rigurgiti di propaganda sionista e censura della prospettiva palestinese" sarebbero alcune delle accuse mosse dalla redazione che parla addirittura di pratica giornalistica errata nella modalità di come viene presentata la guerra al mondo dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele.
Secondo i giornalisti ci sarebbero "diktat da parte della direzione" e un processo di approvazione del materiale pronto per essere mandato in onda.
È il giornale inglese, Guardian, a riportare le ricostruzioni in base ai resoconti di sei persone dello staff:
"La maggioranza delle notizie dall'inizio della guerra è stata viziata da una partigianeria istituzionale all'interno del network a favore di Israele a prescindere da quanto accurato sia stato il lavoro dei giornalisti sul campo".
FONTE FOTO: Foto dihosny salahdaPixabay e pagina FB Joe Biden
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